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Valle di Logulentu: antichi giardini e sottoboschi incantati

Silenziosi cammini, antiche strade, sentieri, mulattiere, tratturi e vecchie rotte commerciali sono oggi fra le avventure più belle da programmare per riscoprire con lentezza luoghi insoliti, approcciando un modo nuovo, ecologico e intelligente per conoscere il territorio, lontani dalle principali rotte turistiche e soprattutto a due passi dai centri urbani, in modi alternativi e sostenibili: a piedi, in bicicletta, a cavallo.

Anche la città di Sassari può vantare, a soli 5 Km. dal tessuto urbano “l’antica strada di Logulentu” inserita in una valle fresca e ombreggiante, ricca di acque e di una lussureggiante vegetazione.

I “Giardini” che hanno affascinato i letterati

Le campagne di Logulentu erano rinomate già dai viaggiatori dell'ottocento. Il Valery - pseudonimo di Antoine-Claude Pasquin, conservatore delle biblioteche del re nel palazzo di Versailles e di Trianon - nel 1834 le descriveva così “la parte più piacevole dei dintorni di Sassari è la valle di Logulentu, ridente, fertile, ricca di acqua, coltivata ad alberi da frutti, ulivi, pioppi, palme, le cui tonalità di verde, mescolate e addensate offrono mille gradevoli sfumature”. Successivamente anche l'autore di “Voyage en Sardigne” Alberto Ferrero della Marmora, così descriveva nel 1863 il territorio della valle di Logulentu: “Ho fatto menzione degli oliveti e dei vigneti che attorniano la città di Sassari e delle copiose sorgenti che innaffiano il suo territorio: Ciò che mi conduce a parlare dei numerosi giardini dell'agro sassarese, tra i quali il più rimarchevole è quello di Casabianca nella vallata di Logulentu”.

Gli etimologisti fanno derivare questo nome dal latino “Locus Lentulu”, questa località poco lontana dalla città, evoca fascino e bellezza, merita una passeggiata, un’escursione per conoscere e osservare la rigogliosa vegetazione: vi si vedono gli aranci e i limoni associati alle palme, agli ulivi, ai pioppi, ai sambuchi, agli iris selvatici e acquatici, alle roverelle, alle querce. Questa variagata vegetazione offre all'occhio un contrasto particolare. Una descrizione precisa va proprio rivolta ai “Giardini” ovvero ai frutteti, con la particolare produzione delle mele, tra le quali primeggia la “Mela Appia”, chiamata anche “mela oxiu - de ozzu”. La coltivazione è di origine antichissima, si hanno notizie risalenti alla dominazione romana. Senza dimenticare le rare e profumatissime peonie ricche di sfumature e forme meravigliose: dal bianco al rosa, al rosso scarlatto.

La Valle di Logulentu: una realtà singolare a Sassari

La valle di Logulentu è un luogo fatto anche di sottobosco di lecci e roverelle dall’aspetto ancora selvaggio. Il paesaggio del fondo valle è modellato da alte pareti di tufo che contrastano con il calcare, levigate dal tempo. I vasti panorami sono interrotti dagli imponenti ponti dell’antica ferrovia Sassari-Palau oramai in disuso. Anche l'aspetto faunistico è ricco nel territorio: sono presenti le poiane, il corvo imperiale, le ghiandaie, la volpe, il riccio, il colubro, la tartaruga d'acqua e la testuggine; tra le specie migratorie si annovera il tordo, la beccaccia, il gruccione, il balestruccio. In questi ultimi anni, è da precisare, è stato introdotto involontariamente il cinghiale, creando non pochi problemi all'eco-sistema. Un altro aspetto che caratterizza la valle di Logulentu sono i corsi d'acqua: lo storico Vittorio Angius (1862) nel suo dizionario così riporta a proposito dei vecchi mulini: Macinazione di grani, i molini sono nel territorio di Sassari circa 60 lungo i corsi delle acque, nella valle dove scorre il Rio Ottava, in quella del Rosello, di Bunnari e di Mascari, nella valle di Logulentu me ne furono indicati 9. Attualmente i mulini sono tutti abbandonati per cui oggi si può parlare giusto di archeologia rurale.

La riqualificazione del territorio della valle

Dal 2015 il Comune di Sassari, in occasione della manifestazione “Monumenti Aperti”, ha inserito nel circuito dell’evento la valle di Logulentu con i suoi sentieri rurali tracciati dal CAI. Non è stato semplice liberare diversi tratti dei sentieri ormai completamente ostruiti e chiusi da fittissimi ”muri” di rovi o di altra vegetazione che avevano preso il sopravvento. Grazie a questi interventi sono stati riportati alla luce vari muretti a secco e sono state rese percorribili le vecchie mulattiere usate in passato dai pastori che scendevano a valle. Il territorio della valle di Logulentu, che attraversa giardini, frutteti, sottobosco, angoli suggestivi e silenziosi è dunque attualmente fruibile. Ora, tutti coloro che amano stare all’aria aperta potranno vivere un’esperienza nel pieno rispetto della natura. Percorrere l’antica strada della valle di Logulentu con i sentieri rurali chiaramente segnati e indicati, accrescerà sicuramente la frequentazione del territorio extra urbano di Sassari: un modo nuovo per conoscerne la storia e il suo passato.

Programma la tua avventura tra i sentieri

Il sentiero n. 311, caratterizzato prevalentemente da una fitta vegetazione, presenta alcuni siti di interesse storico e archeologico, come ad esempio l’area dell’Eba Giara (acqua chiara), con le sue vasche scavate nella roccia, e di San Francesco verso Monte Furru, dove è presente un ipogeo che rappresenta una struttura produttiva rupestre, tipica dell’area del Sassarese, destinata alla lavorazione e alla produzione di vino o di olio. Sul pilastro quadrangolare posto nella porzione anteriore presso l’ingresso compare graffita una data, 1672 (o per altri 1634), che riporta l’epoca di utilizzo del manufatto. Sul fianco orientale si notano alcune aperture tamponate con pietrame e un pozzo. In questo sentiero si trova la chiesetta campestre di San Francesco, databile fra il XVII e il XVIII secolo e caratterizzata da una facciata suddivisa in due ordini da una cornice con fregio a dentelli. Nella parte centrale dell’ordine superiore è presente una finestra a serliana con apertura mediana a tutto sesto, diversamente da quelle laterali architravate. Nella chiesa, a pianta rettangolare e con volta a botte, l’unica fonte di luce è la serliana. All’interno è presente l’altare con nicchia e motivo a conchiglia e la statua lignea di San Francesco.

Il sentiero n. 311A è ricco di alberi di alloro oltre ad altre varie specie vegetali tra le quali il leccio, la roverella e il corbezzolo. Il sentiero attraversa con un guado il rio Gabaru, che un tempo alimentava i mulini, e incrocia uno degli imponenti viadotti ferroviari caratterizzato da piloni ed arcate realizzate in muratura. La rete ferroviaria, costruita nel 1926 dalle Ferrovie Complementari della Sardegna della Linea Sassari‐Tempio Pausania‐Palau, è stata chiusa al traffico ferroviario il 16 giugno 1997 relativamente alla tratta Nulvi‐Tempio‐Palau. Successivamente, è stata chiusa al traffico anche la tratta Sassari‐Nulvi. Lungo il percorso, attraverso una breve deviazione, si può giungere alla piccola e caratteristica stazione di Filigheddu, ormai in disuso. Per quanto riguarda le specie faunistiche, tra gli uccelli si annoverano la poiana, il corvo imperiale, la ghiandaia, il colombaccio, il tordo, la beccaccia, il gruccione, il balestruccio; tra i rettili il colubro, il gongilo, la tartaruga d’acqua, la testuggine; tra i mammiferi la volpe, il riccio e il cinghiale.

Il sentiero n. 311B è caratterizzato da una fitta vegetazione con prevalenza di lecci, alcuni dei quali ultracentenari, e da macchia mediterranea (lentischio, cisto, fillirea ecc.). Il sentiero si incrocia più volte con il rio Barca e, dopo aver attraversato uno degli imponenti viadotti ferroviari, si congiunge con la valle di Logulentu. Da qui una strada di raccordo permette il collegamento con gli altri sentieri di Badde Tolta (n. 311A) e di San Francesco ‐ Eba Giara ‐ Luna e Sole (n. 311).

Qui potete scaricare la cartina dei sentieri

Inoltre, il settore progettazione e direzione lavori pubblici e manutenzione del patrimonio comunale ha realizzato una mappa dei sentieri di Sassari visibile utilizzando il programma Google Earth scaricabile gratuitamente al seguente indirizzo: https://www.google.it/intl/it/earth/

Per poter visualizzare la mappa è necessario installare il programma Google Earth, quindi salvare e aprire il seguente file: I sentieri di Sassari (.kmz) La mappa presenta i sentieri recuperati, in colore verde, e le vie di accesso dalla città, in colore rosso.

 

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